Stefano Porcellini intervistato dal Corriere della sera, Biesse a caccia di eccellenze da far crescere.
Un predatore, ma dolce.
"Non compriamo aziende da inglobare, non vogliamo diventare giganti attraverso l'M&A. Però, quando incontriamo piccole eccellenze italiane le facciamo entrare nel gruppo. Offriamo una finestra sul mercato globale". Stefano Porcellini, direttore generale di Biesse, la quotata di Pesaro che fornisce macchinari per chi lavora il legno (Ikea è un cliente) o vetro, marmo e altri materiali, racconta una strategia all'apparenza semplice. Le aziende target del gruppo hanno un fatturato massimo di 25 milioni. E un imprenditore alla guida, con un fare quasi artigianale. "Non entriamo al 100% ma lasciamo al socio di minoranza una quota del 30 o 40%. E un meccanismo di put predefinito, se vuole uscire dopo qualche anno", spiega il manager. Biesse offre loro un giro del mondo di potenziali clienti, dalla Cina all'Australia. "Da soli non arriverebbero mai in questi mercati".
È andata così anche per le ultime acquisizioni: la Movetro realizza macchinari (carriponte) per spostare lastre di vetro enormi; Montresor fa macchine di taglio e lucidatura del marmo usato nei top delle cucine o nei bagni. "Realtà di nicchia, crescono con noi". E tanto: spesso alla fine del periodo stabilito la quota di minoranza vale più di quella ceduta. Il business sale anche per la capogruppo: il fatturato dovrebbe chiudere a 740 milioni di euro (690 milioni nel 2017). Ma, sottolinea Porcellini, l'apporto delle società comprate non è determinante, vale il 3 per cento della crescita.